SARDINIAN WARRIORS (Guerrieri Sardi): una ricostruzione
La storia della Sardegna è affascinante e ricca di personaggi anomali e fatti curiosi. Pur essendo una regione estremamente piccola se paragonata ad altre, è la seconda isola più grande del mediterraneo occidentale, seconda solo alla Sicilia. I "Guerrieri Sardi" non cessarono di esistere con la scomparsa dei nuragici. Temprati da centinaia di anni di conflitti, soprusi ed invasioni, i Sardi hanno sempre dovuto combattere per la loro stesa sopravvivenza. I Punici furono tra i primi a cercare di invadere la Sardegna con il comandante Cartaginese Malco nel 540 a.C. venendo incredibilmente sconfitti. La storia ci dice che tuttavia i Cartaginesi alla fine ebbero la meglio, ma la storia non si conclude qui, i Sardi dovettero fronteggiare nei secoli gli invasori Romani, come nel 215 a.C., per poi rimanere indomiti almeno sino all'anno 0. Non scomparvero però, residui della loro esistenza si rintracciano in diverse fonti latine, arrivando sino a papa Gregorio Magno (540-604 d.C.). Prima della caduta dell'impero Romano, tuttavia, i Sardi furono un'importante risorsa per l'impero, anche e specialmente come soldati. Sono ormai famose la Cohors I e II Sardorum et Corsorum, unità di soldati ausiliari reclutati in Corsica e Sardegna tra il I-II secolo d.C. unità che fondarono due città in Mauritania Cesariense: Rapidum (Sour Djouab) ed Altava (Hadjar Roum). I Sardi del periodo che vide finire l'impero Romano d'Occidente dovettero affrontare anche le invasioni dei Vandali dal 456 al 534 d.C. Ai vandali succedettero i Bizantini, che combatterono a lungo per il possesso della Sardegna, ambita dagli Arabi. Tra l'anno 827 dopo Cristo ed il 1015, emergono i Giudicati Sardi, "regni" autonomi, forse eredi del sistema militare ed amministrativo Bizantino. è nel successivo periodo che si osserva sempre più l'interesse delle repubbliche marinare di Pisa e Genova verso la Sardegna. I secoli tra il 1000 ed il 1300 vedono un intricato gioco di equilibri politici e militari tra i 4 giudicati Sardi di Torres, Arborea, Gallura e Cagliari svolgersi con le repubbliche marinare. I primi decenni del 1300 vedono il tramonto del dominio Pisano in Sardegna a scapito dei Catalano-Aragonesi che conquistano Cagliari. Il 14° secolo potrà essere considerato forse come il periodo più fulgido e combattuto della storia dei Sardi. Con un continuo alternarsi di sconfitte e vittorie tra le diverse potenze dei Doria, del superstite e combattivo regno autoctono di Arborea e degli invasori Aragonesi, la Sardegna partorisce fulgidi esempi di patriottismo e genialità militare e politica. Personaggi come Ugone II, Mariano IV ed Eleonora d'Arborea, o come il marito Brancaleone Doria, rimarranno nella storia. Il destino della "Nazione Sarda" tuttavia è tragico, i Sardi persero la propria indipendenza quando l'ultimo giudice di Arborea, Guglielmo III di Narbona, viene sconfitto nella decisiva battaglia di Sanluri del 1409, per poi cedere i diritti sul giudicato nel 1420. La storia tuttavia mostra che i Sardi, pur nella sfortuna e sotto il giogo Aragonese, erano sempre determinati a non essere sottomessi. 60 anni dopo, Leonardo de Alagon, ultimo marchese d'Oristano, l'antica capitale dell'Arborea, guidò una rivolta anti-Aragonese che quasi riuscì a strappare la Sardegna dagli odiati dominatori. Tuttavia il fato risultò beffardo anche per i vincitori, pochi anni dopo la politica Aragonese venne accorpata a quella della Castiglia, governata dagli Asburgo di Spagna. è nel periodo detto "Spagnolo" che la Sardegna retrocede nel feudalesimo più duro ed opprimente, proprio quando l'europa stava uscendo da questo sistema di governo. "Procurade è moderare, barones, sa tirannia" (cercate di moderare, baroni, la (vostra) tirannia) è un passo di un famoso canto in lingua Sarda, ormai emblema della lotta contro il padrone tiranno, sempre ad un passo dall'essere spodestato. I Sardi non cessarono di essere guerrieri anche in questi secoli: dovettero fronteggiare le meschinità esercitate dall'ennesimo oppressore e combattere spesso autonomamente contro i pirati barbareschi, i cui continui attacchi fecero in modo di spopolare le bellissime coste del pescoso mare della Sardegna. I Sardi dell'epoca spagnola combatterono anche nei Tercios mandati a morire nelle Friande, e forse anche nel nuovo mondo. Combatterono contro i Turchi nella battaglia di Lepanto, distinguendosi tanto da essere immortalati nel famoso poema di Gabriele D'Annunzio. La dominazione spagnola finì con l'assedio di Cagliari del 1708, ad opera degli Asburgo d'Austria. Dopo una breve parentesi sotto l'Austria, la Sardegna passò tra il 1718-1720 ai Savoia, che diventarono Re di Sardegna. Da qui la storia è nota, i Savoia grazie al titolo di Regnanti di Sardegna (diventato in seguito regno Sardo-Piemontese) poterono infine diventare, dopo il Risorgimento Italiano, Re d'Italia. Quello che è meno noto sono i decenni, i secoli di soprusi, che i Sardi dovettero subire dai Savoia, pur dimostrandosi leali e combattivi, come quando nel 1792-93 la Repubblica Francese cercò di conquistare la Sardegna. I Francesi vennero sconfitti, da Cagliari alla Maddalena, i Savoia mantennero i loro possedimenti, ed i Sardi dimostrarono per l'ennesima volta, anche ad un giovane Napoleone Bonaparte, quanto fossero agguerriti. Durante il dominio Sabaudo i Sardi dovettero subire stravolgimenti enormi nel loro modo di vivere e di governarsi, la distruttiva "Legge delle chiudende", resa immortale in una poesia del 1800 scritta da Melchiorre Murenu, è uno dei tanti esempi. Gli ultimi guerrieri sardi, i pastori ed i contadini delle campagne della Sardegna, dovettero fronteggiare il nemico più tremendo di tutti: la giustizia imposta con la forza. Spesso tacciati come "banditi", gli ultimi guerrieri Sardi, armati di leppa e di moschetto, combatterono per la propri libertà, come singoli, come banditi e fuggiaschi, ormai defraudati di qualsiasi velleità nazionale. Tramonta infine il mito del guerriero Sardo. Nelle trincee della I Guerra Mondiale morirono centinaia e centinaia di Sardi, mandati inutilmente a morire e lasciando la Sardegna quasi spopolata. Anche della disperazione creata da quel tremendo conflitto, i Sardi dimostrarono il loro valore. La famosa Brigata Sassari fu l'unica a collezionare un numero ingente di medaglie d'oro al valor militare durante quella guerra, inoltre, dal conflitto emersero figure come Emilio Lussu, fondatore del Partito Sardo d'Azione e mente tra le più brillanti della Sardegna del '900. La seconda guerra mondiale, ed il suo folle esito, vedrà la scomparsa degli ultimi guerrieri sardi, nelle pianure innevate della Russia o tra le montagne della Grecia e dell'Albania. La loro memoria vive ancora nel nostro ricordo e nelle gesta dei nostri soldati ora sparsi per il mondo.